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GREMLINS 2 - LA NUOVA STIRPE
(GREMLINS 2: THE NEW BATCH)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 26 novembre 1990
 
di Joe Dante, con Zach Galligan, Phoebe Cates, John Glover, Christopher Lee (Stati Uniti, 1990)
 
"Simpatici orsacchiotti tipo panda quando li incontri per la prima volta, mostri maligni a metà strada tra l'ectoplasma ributtante e, ahimè, l'essere umano in circolazione, gli ormai celebri omuncoli di Joe Dante assomigliano sempre di più al cinema americano. Fabbricati sempre meglio cioè, e sempre più insipidi.

Nel primo GREMLIN, Dante (che è uno che ci sa fare - vedi il suo viaggio all'interno del corpo umano in SALTO NEL BUIO - e che coltiva più di un'ambizione) non si limitava ad animare con abilità le sue creature. E nemmeno a divertirsi ad identificarle con personaggi o situazioni dello spettacolo americano (come qui, dove i mostricciatoli s'investono via via delle sembianze gelatinose dei Batman, Rambo, Dracula; o prototipi della commedia musicale, di quella sexy e via dicendo). Ma riusciva ad introdurli negli schemi della società americana: scimmiottando gli abitanti della cittadina di provincia che avevano invaso (dipinta anch'essa con spirito critico, con quell'estetica leccata, da telefilm, che per gli spettatori occidentali rappresenta ormai la realtà, quella che si osserva dalla finestra-televisore) i terribili gremlins si trasformavano in babbi natale dal conformismo più pigro, tragici sabotatori di cori natalizi sguaiati, divoratori repellenti dei marzapane al colorante di circostanza. Non solo giocattoli, quindi: ma protagonisti più o meno consapevoli di un Sogno americano andato ormai in vacca.

Alla cittadina del primo film si è sostituito il grattacielo del milionario Clamp di GREMLINS 2: ed al posto del disneyano natale middle - class dovrebbe sostituirsi la satira del capitalismo e dei suoi eccessi. Ma se a questo cinema milionario non fanno certamente difetto gli abilissimi specialisti dell'animazione e dei cosiddetti effetti speciali c'è una specie - una volta sovrana ad Hollywood - che sembra in via d'estinzione: quella degli sceneggiatori.

Così, se Joe Dante qualche trovata a livello formale la ricava (la pellicola che sobbalza, bruciacca e s'interrompe, poiché i Gremlins hanno occupato anche la "nostra" cabina di proiezione, reclamando il loro film preferito, BIANCA NEVE ED I SETTE NANI), la povertà dell'invenzione scritta è desolante: non solo non c'è più critica - e quindi nemmeno satira - ma nel finale conformista tutto si risolve nell'apologia dello status quo."


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